
Qual è il mio approccio
L’Orientamento psicoterapeutico in cui mi sto formando, è quello della Psicoterapia Cognitivo Comportamentale (Cognitive-Behaviour Therapy, CBT). Essa è attualmente considerata a livello internazionale uno dei più affidabili ed efficaci modelli per la comprensione ed il trattamento dei disturbi psicopatologici.
Tale approccio considera l’esistenza di una forte interconnessione tra emozioni, pensieri e comportamenti evidenziando come le emozioni siano conseguenza di credenze disfunzionali che si mantengono nel tempo, per la presenza di schemi fissi di ragionamento e comportamento che fungono da fattori di mantenimento. Il modello a cui si riferisce sottolinea l’importanza delle distorsioni cognitive e della rappresentazione soggettiva della realtà nella formazione e mantenimento dei disturbi emotivi e comportamentali. Non sono quindi i singoli eventi di vita della persona a creare e mantenere i problemi psicologici, emotivi e di comportamento, bensì questi subirebbero l’influenza delle interpretazioni cognitive e strutture di pensiero che la persona adotta.
La psicoterapia cognitivo-comportamentale mette insieme due forme di terapia:
– La psicoterapia cognitiva: aiuta ad identificare i pensieri ricorrenti, gli schemi attraverso i quali la persona continua a filtrare le informazioni dall’ambiente che la circonda e che diventano modalità rigide di ragionamento e di interpretazione della realtà che sono associati alle forti e persistenti emozioni problematiche vissute dal paziente. Attraverso l’individuazione di altre interpretazioni degli eventi consente l’integrazione di altri pensieri più realistici, o, comunque, più funzionali al proprio benessere.
– La psicoterapia comportamentale: permette di intervenire sulla relazione fra le situazioni che creano difficoltà e le abituali reazioni emotive e comportamentali che la persona mette in atto.
Per favorire la presa di consapevolezza da parte della persona e la messa in atto di nuovi modi di fare esperienza, la psicoterapia cognitivo-comportamentale utilizza numerosi metodi d’intervento diretti non soltanto alla messa in discussione degli aspetti cognitivi del funzionamento dell’individuo, ma anche a quelli specificamente emotivi e comportamentali.
“La natura non ci inganna mai; noi inganniamo noi stessi. Non è la sensazione che è sbagliata, ma il giudizio che ci formiamo su di essa.”
Jean-Jacques Rousseau
Perché ho scelto questo approccio?
– È SCIENTIFICAMENTE FONDATO: oggi e da più di 20 anni, è uno standard di eccellenza nel trattamento non farmacologico delle principali forme di sofferenza psicologica (Otte, 2016). La sua efficacia è stata dimostrata essere pari o superiore, in alcune circostanze, alla stessa terapia farmacologica. Il modello cognitivo comportamentale (CBT) è indicato, attualmente, come trattamento di prima scelta (evidence based therapy, EBT) per un ampio numero di disturbi e condizioni cliniche. Nel disturbo da attacco di panico si registrano netti miglioramenti e la risoluzione completa dei sintomi nel 78% dei casi (Öst, 2008), con indici elevati di stabilità nel tempo (Norton e Price, 2007). Il disturbo da Ansia Sociale presenta una remissione significativa nel 76% dei pazienti (Öst, 2008, Norton & Price, 2007). Risultati medesimi si riscontrano nel disturbo Ossessivo Compulsivo (Otto et al., 2004, Abramowitz, 1997; van Balkom et al., 1994; Ougrin 2011) nel disturbo d’Ansia Generalizzata (Deacon & Abramowitz, 2004) e disturbo depressivo maggiore MDD (Gratzer & Goldbloom, 2016).
– È ORIENTATO ALLO SCOPO: all’inizio del percorso di psicoterapia, in accordo con il paziente, vengono stabiliti gli obiettivi da raggiungere utili per il benessere della persona, concordando insieme un piano di trattamento che si adatti alle sue esigenze. Di volta in volta vengono poi monitorati e verificati i progressi raggiunti.
– È PRATICO E CONCRETO: tra gli obiettivi terapeutici che vengono stabiliti di comune accordo, la maggior parte è rappresentata da cambiamenti oggettivabili come la riduzione della sintomatologia specifica.
– È COLLABORATIVO: il cambiamento in terapia può avvenire soltanto dal lavoro congiunto di terapeuta e paziente. Spesso nel mio lavoro propongo degli “homework” specifici che permetto al paziente di essere protagonista del proprio percorso di cura e di mettersi alla prova anche fuori dallo studio.
– È A BREVE TERMINE: la durata della terapia pur essendo soggetta a variazioni a seconda delle gravità del caso, ponendosi obiettivi specifici aiuta la persona a riconoscere i primi miglioramenti già dopo un periodo di 6 o 12 mesi. Problematiche psicopatologiche più complesse traggono maggior beneficio da una presa in carico associando una terapia psicofarmacologica e altre forme di trattamento.

Quali sono i vantaggi della terapia online?
– Può essere più conveniente, permettendo alla persona di risparmiare tempo, eliminando buona parte di possibili impedimenti dati dal lavoro o difficoltà negli spostamenti;
– In certi casi la comunicazione online può fare sentire a proprio agio molte persone, specialmente gli adolescenti o chi è abituato a utilizzare la tecnologia.
– È accessibile a coloro che non possono raggiungere lo studio.
Consulenza psicologica online via Skype: come funziona?
È possibile scegliere di fare una singola consulenza o pianificare un percorso di cura suddiviso in diverse sessioni. Per offrire della massima efficacia di questo servizio è necessaria una buona connessione ADSL, tramite computer fisso o portatile (non da smartphone), in modo da garantire stabilità di connessione e dell’immagine, ed essere soli in una stanza priva di rumori che possano disturbare il colloquio. Ogni consulenza avviene su Skype, software gratuito e che garantisce il rispetto della privacy, per un costo di 60 euro pagabili tramite bonifico bancario o PayPal.
Sede dello studio
Via C.Trezza 11 - 37138 Verona
Telefono ed e-mail
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