Disturbo ossessivo compulsivo: il controllo a servizio della paura

Che cos’è?

Luca da bambino, quando suonava la campanella della ricreazione e si dirigeva nel salone della scuola, era solito contare solo le mattonelle verdi del pavimento che disegnavano un fiore al centro della stanza. Ripeteva questo gioco mentale tutte le volte che arrivava nel salone e non trovava altri bambini con cui giocare. Questo “rituale” gli permetteva di stare tranquillo e non avere paura di restare da solo.

Ognuno di noi può sviluppare dei gesti o azioni mentali rituali nel corso della vita. Basti pensare ai numerosi esempi di sportivi che collezionano cerimoniali propiziatori prima di affrontare una partita, mettendo in atto una serie di azioni ripetute al fine di distendere i nervi, per ricreare la giusta atmosfera prima di entrare in campo. Pochi istanti prima di impugnare la racchetta, Rafael Nadal mette in atto una serie di comportamenti precisi e sempre uguali che nel corso degli anni di carriera sono aumentati. Per fare qualche esempio, quando entra in campo posiziona sempre il borsone sulla spalla destra e la racchetta nella mano sinistra, dopo il sorteggio iniziale e le foto di rito fa una corsettina dalla rete fino a fondo campo. Prima del servizio effettua la famosa “smutandata”, il tocco sulla spalla sinistra, poi quella destra, il naso, poi i capelli spostati dietro l’orecchio sinistro, di nuovo il naso e chiusura con i capelli dietro l’orecchio destro.

Quando ad un’intervista gli chiesero il perché dei suoi gesti egli rispose: “È qualcosa che inizi a fare come una routine. Quando faccio queste cose significa che sono concentrato, sono in competizione, è qualcosa che non devo fare ma quando lo faccio, significa che sono concentrato. ” Cosa vuol dire effettivamente rimanere concentrati? A cosa serve ad una persona prima di affrontare un match? A placare i nervi e sentire di poter controllare la sfida che si ha di fronte.

I rituali ed il controllo sono due facce della stessa “racchetta” che possono diventare molto dannose nel momento in cui non riusciamo più a fare a meno di ripeterli più volte al giorno.

Il disturbo ossessivo compulsivo (DOC) è quindi una patologia legata al controllo e alla gestione dell’ansia. Esso è costituito dal binomio di pensieri ossessivi e compulsioni. Le ossessioni possono essere intrusivi pensieri o immagini ricorrenti a carattere ansioso che si presentano alla mente della persona in modo spesso involontario e frequente, ripetuto (“ho paura di aver lasciato il gas accesso”, “posso essere contaminato se tocco qualcosa”, “ho paura di essere omosessuale”). Questi pensieri causano un significativo disagio nella persona che, nel tentativo di controllare tali formulazioni mentali e di ridurre l’ansia da essi provocata, mette in atto una serie di gesti e azioni mentali: le compulsioni. Queste come dei veri cerimoniali, sono comportamenti ripetitivi (lavarsi le mani, riordinare, controllare..) o riti mentali (contare, pregare, ripetere formule mentalmente) vissuti come medicina delle proprie paure ossessive.

Tutti i rituali compulsivi evolvono nel tempo in rigide doverizzazioni comportamentali e regole ferree spesso bizzarre ed eccessive come soluzione al problema posto dall’ossessione. Assumono però un carattere talmente automatico che la persona poi sente di esserne schiava e a riprodurre quei gesti spesso anche in assenza dell’ossessione.

Cosa non è il DOC

Esistono alcune patologie che condividono determinate caratteristiche del disturbo ossessivo-compulsivo eppure hanno un diverso nucleo interno. Il disturbo ossessivo compulsivo di personalità, che spesso si sviluppa parallelamente al doc, ha la differenza che la diligenza e rigidità che caratterizzano le azioni mentali e comportamentali della persona non sono il risultato di vere e proprie compulsioni ma di un perfezionismo, e bisogno di ordine eccessivi. Questo non si associa come nel caso del DOC a sentimenti di vergogna e di inadeguatezza ma nel caso del disturbo di personalità si accompagna ad un atteggiamento di critica verso chi si mostra “superficiale” e meno diligente nelle scelte, spesso sul piano professionale così come in quello relazionale.

Il DOC inoltre si differenza dallo stalking, dalla gelosia ossessiva, dal gioco d’azzardo compulsivo, lo shopping o il lavoro compulsivo, condividono alcuni sintomi ma non la struttura interna.

Caratteristiche cliniche

Secondo il DSM-5 (Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali, 5 edizione), il Disturbo Ossessivo Compulsivo è caratterizzato dalla presenza di ossessioni e/o compulsioni che per la loro intensità compromettono il funzionamento e la qualità di vita di una persona.

Vengono individuati 5 criteri specifici:

A. Presenza di Ossessioni o compulsioni

-pensieri, impulsi o immagini ricorrenti e persistenti, vissuti, in qualche momento nel corso del disturbo, come intrusivi e inappropriati, e che causano ansia o disagio marcati;

-pensieri, impulsi o immagini non sono semplicemente eccessive preoccupazioni per i problemi della vita reale;

-la persona tenta di ignorare o di sopprimere tali pensieri, impulsi o immagini, o di neutralizzarli con altri pensieri o azioni;

-la persona riconosce che i pensieri, gli impulsi, o le immagini ossessivi sono un prodotto della propria mente (e non imposti dall’esterno come nell’inserzione del pensiero).

B. Compulsioni definite come:

comportamenti ripetitivi (per es. lavarsi le mani, riordinare, controllare), o azioni mentali (per es. pregare, contare, ripetere le parole mentalmente) che la persona si sente obbligata a mettere in atto in risposta ad un’ossessione, o secondo regole che devono essere applicate rigidamente

comportamenti o azioni mentali volti a ridurre il disagio o a prevenire alcuni eventi o situazioni temute. Questi comportamenti o azioni mentali non sono collegati in modo realistico con ciò e sono designati a neutralizzare o prevenire, oppure sono chiaramente eccessivi.

C. In qualche momento, nel corso del disturbo, la persona ha riconosciuto che le ossessioni o le compulsioni sono eccessive o irragionevoli;

D. Le ossessioni o le compulsioni causano disagio marcato, fanno consumare tempo (più di un’ora al giorno), o interferiscono significativamente con le normali abitudini della persona, con il funzionamento lavorativo (o scolastico) o con le attività o relazioni sociali usuali.

E. Se è presente un altro disturbo sull’Asse I, il contenuto delle ossessioni o delle compulsioni non è limitato ad esso (per es. preoccupazione per il cibo in presenza di un Disturbo dell’Alimentazione, tirarsi i capelli in presenza di Tricotillomania, preoccupazione riguardante le sostanze nel Disturbo da Uso di Sostanze, etc)

F. Il disturbo non è dovuto agli effetti fisiologici diretti di una sostanza (per es. una droga di abuso o un farmaco) o di una condizione medica generale.

Le manifestazioni delle ossessioni avvengono attraverso:

dubbi ossessivi: un senso di incertezza costante sull’aver completato un compito o sull’essere o meno responsabile di un danno (“cos’era quel rumore? Ho urtato qualcosa lungo la strada e ho investito qualcuno?”);

immagini ossessive: persistenti immagini mentali che causano angoscia (immagini di persone care gravemente ferite o morte);

impulsi ossessivi: idee indesiderate di comportarsi in modo sessualmente o aggressivamente inappropriato;

paure ossessive: eccessiva preoccupazione di perdere il controllo;

pensieri ossessivi: continue rimuginazioni su esiti futuri negativi;

ossessioni miste: pensieri, parole, numeri e così via che procurano disagio e sono difficili da abbandonare;

Le compulsioni invece sono comportamenti o azioni mentali di risposta alle ossessioni e si caratterizzano per essere:

intenzionali: anche se la persona le avverte come automatiche e fuori dal suo controllo, rimangono comunque comportamenti volontari (differenziandosi dai tic nervosi);

ripetitive: possono essere azioni mentali e/o comportamentali che vengono messe in atto ripetutamente nel corso della giornata in un modo sempre uguale e preciso come nel rispetto di un dogma specifico;

urgenti e con un senso di scarso controllo: la persona che effettua tali gesti sperimenta un senso di costrizione e percepisce uno scarso controllo sulle proprie compulsioni. Lo scopo con cui nascono è quello di ridurre il disagio ossessivo o prevenire un evento temuto.

L’individuo preda dei pensieri ossessivi non avverte come invalidante principalmente l’ansia ma l’insistenza percepita dalle ossessioni e compulsioni. I livelli di ansia si manifestano solamente quando si interferisce con i gesti risolutivi delle ossessioni, i rituali compulsivi. Questi comportamenti sono avvertiti come necessari e devono essere eseguiti in un modo ferreo e per un certo numero di volte, per impedire che avvengano fatti temuti e annientare l’ansia. Tale caratteristica delle compulsioni rende impossibile ignorarle. Nella maggior parte dei casi queste azioni diventano talmente automatizzate da non ritenerle parte del problema. Le tipiche condotte compulsive sono gesti consueti ripetuti fino allo sfinimento; altre possono essere comportamenti creati al fine di abbassare la probabilità che l’ossessione si ripresenti.

Tipologie di rituali nel DOC

I rituali compulsivi possono assumere un diverso significato e perseguire un diverso scopo. Spesso è possibile trovare più di un tipo di rituale in risposta ad un determinato pensiero ossessivo:

rituali preventivi (orientati al futuro, nella minaccia che accada un evento negativo): esempi sono lavarsi ripetutamente le mani per la paura di essere stati contaminati o contaminare, allineare perfettamente gli oggetti, evitare particolari mezzi o contesti.

rituali propiziatori (comportamenti superstiziosi per far sì che succeda o che non avvenga qualcosa di temuto): chiudere l’anta dell’armadio per tre volte, girare la chiave prima di uscire contando mentalmente dei numeri, compiere una serie di passaggi di preparazione prima di un match di tennis come nel caso di Raphael Nadal;

rituali riparatori (orientati al passato, nel tentativo di riparare un danno già verificato): ripercorrere la stessa strada in auto all’indietro per verificare di non aver investito nessuno, accendere e spegnere gli interruttori di luce un certo numero di volte prima di uscire dalla stanza, controlli continui dei propri gesti.

  • Scena dal film “TOC TOC”, diverse forme di rituali compulsivi:

Le diverse forme di doc

Nel doc esistono diverse forme con cui può esordire e svilupparsi la patologia. Le molteplici categorie dipendono dalla tipologia di ossessioni e dalla loro combinazione con rituali compulsivi.

Le principali categorie di ossessione sono:

ossessioni di contaminazione: dubbio di poter essere entrato in contatto, anche indirettamente con sostanze ritenute pericolose o disgustose (“tornando a casa potrei aver calpestato una siringa ed essermi contaminato);

ossessione di danno: pensieri o immagini relative a potenziali danni a sé o ad altri, dovuti a proprie disattenzioni (“se non documento tutti i sintomi del mio paziente, sarà colpa mia se non riceverà la giusta cura”)

ossessioni scaramantiche: paura che possano accadere a sé o ad altri in futuro eventi negativi, qualora non si seguano certe regole di comportamento;

ossessioni somatiche: eccessiva preoccupazione per parti del corpo o per il proprio aspetto (dismorfofobia);

ossessioni aggressive: pensieri, immagini mentali di far male a persone care o a sè stessi pur non desiderandolo;

ossessioni relazionali: sono rappresentate da dubbi sul sentimento nei confronti del partner e da fantasie o impulsi sessuali nei confronti di persone diverse, che innescano un dubbio ossessivo di non essere davvero innamorati.

ossessioni religiose e morali: si tratta di immagini e pensieri a contenuto blasfemo, come bestemmie, fantasie sessualizzate verso immagini sacre o insulti ai defunti.

ossessioni sessuali e di pedofilia: si tratta di immagini, fantasie e impulsi sessuali nei confronti di persone sconvenienti (genitori, parenti, bambini) o animali.

ossessione di ordine e simmetria: si tratta di un bisogno di simmetria, uniformità, equilibrio e esattezza che sfociano nella sensazione che qualcosa non sia fatto esattamente nel modo giusto.

Per concludere all’interno del disturbo ossessivo-compulsivo si delineano pensieri e azioni ad essi reattive che si riverberano incessantemente nella vita della persona. Conoscere e comprendere la struttura che tiene insieme le parti che alimentano la sofferenza è il primo modo per ritrovare il tanto desiderato controllo della propria vita e di quello che ci sta bloccando dall’affrontarla.

BIBLIOGRAFIA

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